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lunedì 2 marzo 2009

Il gigantismo


"Viviamo in un periodo di transizione tra il vecchio mondo e quello nuovo. Il vecchio mondo era caratterizzato da quella che un filosofo contemporaneo ha chiamato la civiltà dinosauro. Unità enormi, massicce, con un'intelligenza ridotta - proprio come i dinosauri. [...] Queste unità all'inizio sono nate in risposta ad un bisogno reale ma poi si sono messe a fabbricare bisogni artificiali per continuare ad esistere. In altri termini, sono diventati dei vampiri. Il nuovo mondo appartiene a unità mobili, indipendenti e intelligenti. Al posto delle metropoli, delle unità che si organizzano da sole, una moderna versione dei villaggi."
Robert Fripp, 1974, Melody maker.

Ogni volta che rileggo queste righe, non posso fare a meno di riflettere.
Un musicista, per quanto colto e snob ma pur sempre un musicista, fotografa una situazione che in più di trent'anni non è cambiata.
Siamo malati di gigantismo.
Tutto deve essere grande.
I prefissi ci annegano: iper-, super-, stra-, arci-, mega-.
Sembra una pagina della grammatica, ma è la vita di tutti i giorni.
Un po' rattista. Un po' deve far sperare.


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